La storia
S’Istangiartu è parte integrante di una delle più importanti tradizioni religiose Fonnesi che ha avuto origine con la costruzione della Basilica (1706) e la creazione del simulacro della Madonna dei Martiri.
Racchiude usanze e ritualità che si sono consolidate nel tempo pur adeguandosi alle condizioni socio-economiche, culturali e religiose della comunità Fonnese.
La consuetudine di maggiore impatto è certamente rappresentata dai cavalieri guardiani che accompagnano la SS. Vergine quando viene portata in processione lungo le vie del paese in occasione della festa dei Martiri.
Il simbolo di "S’Istangiartu" è "sa Pandela", lo stendardo che raffigura l’effigie della Madonna dei Martiri.
In principio l’onore e l’onere di gestire s’istangiartu venne attribuito dai frati Francescani agli Onnis che rappresentavano una delle famiglie più facoltose di Fonni.
Questa Famiglia salvaguardò la conservazione della tradizione fino a quando nel 1842 Rita Frau Onnis, ultima discendente diretta della famiglia, con atto testamentario consegnò "sa latha" ai nipoti Michele Mureddu Bottaru e Michele Mureddu Coccollone con l’onus perpetuo di assicurare la tradizione il primo negli anni dispari e il secondo negli anni pari.
Fino alla metà dell’ottocento “sa latha de s’istangiartu” comprendeva oltre la formazione e la organizzazione del drappello di cavalieri guardiani in costume che, con cavalli bardati a festa aprono la processione, anche la cura del simulacro della Madonna, la fornitura dei ceri e degli addobbi di rito necessari per lo svolgimento delle funzione religiose e insieme la celebrazione ogni anno nel giorno di pentecoste di una messa parata e solenne.
S’istangiartu che si tramanda dal padre al primogenito maschio, è attualmente gestito negli anni pari da Peppino Loddo Mureddu e in quelli dispari da Mario Falconi Mureddu discendenti rispettivamente di Michele Mureddu Coccollone e Michele Mureddu Bottaru.